In alcuni momenti della propria vita può accadere di sentirsi in difficoltà.

Di sentirsi incompresi, imperfetti, fuori luogo.

Di avvertire un malessere difficile da definire e da raccontare.

Di attraversare momenti di incertezza, o di paura ed ansia, o di profonda tristezza e inquietudine.

Di non riuscire a vivere pienamente e in prima persona la propria vita.

Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità.

Albert Einstein

La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia.

Anche la precarietà dell’ambiente, in cui necessariamente ci si trova a vivere, può portare ad una sensazione di insicurezza e sfiducia. La famiglia, gli amici, il partner, la scuola che si frequenta, il lavoro che ci si ritrova a fare, insomma tutto il contesto che ci abbraccia, potrebbe portare a far vivere una qualsiasi difficoltà.

Mondo esterno e mondo interno sono inscindibilmente intrecciati. Relazioni e individuo non possono essere presi come fattori isolati.

Attraverso l’analisi del proprio mondo interno, delle sue svariate manifestazioni, consce ed inconsce,  si potranno armonizzare i faticosi ritmi della vita quotidiana con quelli interiori; le pressioni esterne con i bisogni interni; le aspettative altrui con i propri desideri.

Ed è proprio questo che si fa in stanza di terapia: a partire dall’ascolto della trama soggettiva che ogni individuo porta, e su cui si è sviluppata la sua difficoltà, si lavora insieme alla ricerca e alla costituzione di un modo nuovo, e diverso per ciascuno, di avere a che fare con ciò che causa sofferenza. Il focus è sempre sul soggetto, che deve poter scoprire le proprie responsabilità, il proprio ruolo e contributo. Per riappropriarsi del proprio potere; per poter tornare al timone della propria vita; per rimettere in moto un percorso bloccato.

Chi conosce gli altri è sapiente; chi conosce se stesso è illuminato.
Lao Tzu

Scopri chi sei e non aver paura di esserlo.

Mahatma Gandhi

La cosa più importante che i genitori possono insegnare ai loro figli è come andare avanti senza di loro. F.A. Clark

Datemi genitori migliori
e vi darò un mondo migliore!

In particolare, se si è diventati genitori, si possono percepire difficoltà nel far fronte al compito più difficile del mondo: far crescere bene un altro essere umano e prepararlo alla vita.

Da neo genitori è davvero facile sentirsi inadeguati ed inesperti.

In ciascuna famiglia, così come nasce e cresce un figlio, nasce e cresce un genitore.

L’apprendimento dell’essere e del divenire padre o madre è fatto di nuove conoscenze, di nuove strategie relazionali, di un impegno costante e prolungato.

Si è punto di riferimento che sostiene, educa, incoraggia il bambino, gli dà gli strumenti (radici ed ali) per scalare la montagna della vita. E ciò richiede una messa in gioco di energie, notevole.

Ci si sente investiti di un ruolo importante, tanto entusiasmante quanto, a volte, preoccupante. E nella mente di ciascun genitore scattano pensieri e timori automatici:

“Riuscirò a farcela?”

“Sono un bravo o un cattivo genitore?”

In tutte queste variegate situazioni di difficoltà è necessario poter guardare al proprio mondo interiore: con i propri bisogni ed aspettative, con le proprie risorse e capacità creative. L’essere umano è fatto di tante parti, in relazione tra loro, in relazione con gli altri, in relazione col tempo: quello del passato e quello delle aspettative per il futuro. E anche quello del presente, del qui ed ora.

Il mondo interiore è estremamente complesso e variegato, e alla sua attenzione ci si è ormai incredibilmente disabituati.   Mettersi alla ricerca autentica di se stessi, dare ascolto al proprio mondo interno permette una nuova conoscenza, una scoperta, un’evoluzione, una crescita del proprio Sé. Per divenire soggetto della propria vita. Per accogliere e amare ogni meravigliosa parte di sé.

Ogni persona potrebbe offrirsi uno spazio di contatto emotivo, per comprendere meglio il rapporto che ciascuno ha con se stesso, con le persone significative della propria vita, con gli ambienti sociali in cui vive; per ritrovare quelle parti di sé, talvolta sconosciute, che prendendo forma in un collage personale, potrebbero restituire senso e significato all’esperienza vissuta.

Una buona relazione con se stessi è alla base del benessere.