Difficoltà nella coppia coniugale

Quando all’interno della coppia la crisi diventa insostenibile, la conseguenza naturale è la separazione.

E successivamente, forse il divorzio.

Ma se marito e moglie possono separarsi e divorziare, genitori e figli non possono farlo!

DAI FIGLI NON SI DIVORZIA!

La relazione tra i partner può essere interrotta, ma quello che non verrà mai meno è il diritto di ogni figlio a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascun genitore, anche in seguito alla separazione.

NONOSTANTE LA SEPARAZIONE, SI RIMANE UNA COPPIA DI GENITORI PER TUTTA LA VITA

LA PRIMA REGOLA DA RICORDARE

Anche se ci si separa come coppia di coniugi, si rimane per tutta la vita mamma e papà. Si resta genitori, insieme. La coppia genitoriale resta. La cosa più importante è tenere a mente questo principio e comportarsi di conseguenza.

L’aspetto fondamentale è quello della qualità dei contatti che il bambino riesce a mantenere con ciascun genitore.

Ogni genitore dovrebbe fare di tutto affinché i figli non provino senso di colpa quando sono con l’altro. Questo significa, concretamente, accogliere i bambini con affetto quando tornano dopo essere stati con l’altro genitore, e non sottoporli immediatamente a un interrogatorio su quello che hanno fatto. È meglio che siano loro, di spontanea volontà, a raccontare come è andata. Quello che dovremmo dir loro è semplicemente qualcosa del tipo: “Penso proprio che papà (o mamma!) sia stato felicissimo di avervi un po’ a casa con lui!”

Padre e madre, nonostante le problematiche riguardanti la vita di coppia, devono mantenere al di fuori della discordia l’aspetto della genitorialità.

I genitori devono fare di tutto affinché i figli possano continuare a sentirsi protetti e al sicuro con entrambi.

Raggiungere un accordo a volte non è semplice, ma è fondamentale per il benessere dei minori, per i quali la mancanza di serenità, potrebbe avere ricadute sull’autostima, sul rendimento scolastico, sulle competenze sociali e su molto altro.

Ogni bambino reagisce in maniera molto differente alla separazione dei propri genitori, anche in relazione all’età, al genere, al carattere, alla storia passata.

Indubbiamente, però, tutti ne soffrono, dai più piccini ai più grandi.

Anche se al giorno d’oggi si tratta di un evento molto frequente, la maggior parte dei figli soffre quando i genitori si separano.

Questo dolore, questa sofferenza, vanno accolti ed elaborati.

Qualunque sia il motivo che vi abbia portato alla scelta della separazione, fatta o subìta, come tutti i genitori desiderate che i vostri figli continuino a crescere sani e felici. E allora, bisogna prestare la massima attenzione ad una serie di fattori.

 

ESISTONO FIGLI FELICI DI GENITORI SEPARATI?

Inizialmente, quando i genitori si separano, quasi tutti i figli sono tristi. Questo non significa, però, che saranno inevitabilmente infelici per tutta la vita.

La separazione dei genitori è sì un evento molto critico nella vita di ogni bambino. Ma se è gestita bene non si tradurrà necessariamente in un’esperienza traumatica, che potrà avere conseguenze negative a lungo termine sulla crescita del figlio e sul suo benessere psicologico e affettivo.

Nel primo periodo la separazione rappresenta per i figli una vera e propria tragedia, perché nessun bambino è emotivamente pronto ad affrontare un evento del genere.

Quando il padre (come nella maggior parte dei casi) se ne va, per il figlio significa la fine definitiva di un’epoca: la vita non sarà mai più come prima. Per il bambino è la perdita di tutto il proprio mondo. E molto probabilmente reagirà con stress, ansia, rabbia, incredulità.

All’assenza di uno dei due genitori, spesso, si aggiunge la grande insicurezza che i figli provano nel loro intimo, soprattutto i più piccoli: “Se un genitore se n’è andato, perché non potrebbe andarsene anche l’altro?”

Poi, c’è il bisogno di sapere il perché. E spesso i piccoli si mettono alla ricerca di una spiegazione razionale. Visto che spontaneamente non vogliono incolpare né l’uno né l’altro genitore, attribuiscono spesso la colpa per la separazione a loro stessi.

FATTORI PROTETTIVI

E’ ormai assodato che la separazione e il divorzio non portano inevitabilmente a danni permanenti nei figli. Tuttavia la loro serenità e il loro benessere, anche futuri, sono connessi ad alcune condizioni che richiedono da parte dei genitori maggiori sforzi e consapevolezza rispetto a quelli che sono necessari nelle famiglie intatte.

Numerosi studi di psicologia dimostrano l’esistenza di un fattore di “resilienza”, intesa come quel processo che permette il recupero di uno sviluppo possibile dopo una lacerazione traumatica e nonostante la presenza di circostanze avverse. Tale capacità va rafforzata, perché può aiutare i vostri figli a preservare buoni livelli di adattamento lungo l’intero arco di vita.

Kushner (2009) individua i seguenti fattori di protezione a supporto della resilienza dei bambini di famiglie separate:

-il coinvolgimento nella vita del bambino del genitore non residente;

-la riduzione del conflitto interparentale post-separazione;

-la coabitazione prevalente con il genitore maggiormente competente;

-la qualità del parenting, in particolare le dimensioni dell’affetto, del supporto e della disciplina autorevole.

-l’affido condiviso, a condizione che la conflittualità genitoriale si mantenga a livelli molto bassi.

Altri fattori protettivi possono essere così sintetizzati:

ESSERE AFFIDABILI

EVITARE LA SVALUTAZIONE RECIPROCA

EVITARE DI VIZIARE I FIGLI

NON TRATTARE I FIGLI COME PARTNER

RIVOLGERE LO SGUARDO AL FUTURO CON OTTIMISMO

AIUTARE I FIGLI AD AVERE UNA BUONA AUTOSTIMA

RIMANERE UNA COPPIA GENITORIALE FORTE

RICORRERE AD UN SUPPORTO PROFESSIONALE, NEL CASO SI MANIFESTINO SINTOMI DEPRESSIVI O DI ALTRO GENERE

AUMENTO DELLE SEPARAZIONI

Attualmente in Italia un matrimonio su tre termina con una separazione.

Paradossalmente, per i figli può essere considerata una buona notizia: a differenza di quanto succedeva in passato, la separazione dei loro genitori non equivale ad un marchio sociale: i figli di genitori separati non vengono più stigmatizzati, visto che la separazione è diventata una “normalità” ed essi non costituiscono più un’eccezione.

L’altra faccia della medaglia di questa situazione, però, è che oggi i bambini e i ragazzi possono avere maggiormente paura che i loro genitori possano separarsi. Semplicemente per il fatto che hanno molti amici e compagni a cui è successo.

C’E’ UN MOMENTO GIUSTO PER LA SEPARAZIONE?

Non è possibile offrire una risposta valida per tutti, perché ogni separazione è diversa dalle altre. Ogni crisi familiare è caratterizzata da un’estrema variabilità delle situazioni e da una grande complessità.

Occorre tener presente che ogni bambino reagisce in maniera diversa, anche nel caso di fratelli. Inoltre, raramente due genitori che si vogliono separare sono in grado di aspettare fino al momento in cui l’età dei figli sarà adatta alla loro decisione.

COSA POSSIAMO FARE CONTRO I SENSI DI COLPA DERIVANTI DA UNA SEPARAZIONE

  • SOSTENERE CON CONSAPEVOLEZZA LA DECISIONE

Non ha senso, dopo una separazione, rimuginare continuamente sul perché o su cosa si sarebbe potuto fare per evitarla. La decisione è stata presa e lo sguardo deve essere ora rivolto al futuro. È più importante chiedersi: “Cosa posso fare per tirare fuori il meglio da questa situazione?”

  • NON ADDOSSARSI TUTTA LA COLPA

È importante non accollarsi interamente la colpa della situazione e di tutte le possibili conseguenze. Quello che conta è avere lo sguardo rivolto al futuro: non bisogna assolutamente rimanere legati al passato.

  • ACCETTARE LE PROPRIE DEBOLEZZE E I PROPRI ERRORI

Nessuno è perfetto. La cosa migliore, quindi, è apprendere dai propri errori e cercare di fare meglio nel futuro. Continuare a rivangare il passato non serve a nessuno.

COME LO DICO AI MIEI FIGLI?

Molti genitori entrano in crisi quando devono affrontare il momento di parlare della separazione ai propri figli. Se, però, questo momento viene rinviato a lungo si rischia di impedire ai figli di capire fino in fondo ciò che sta accadendo e che loro cominciano ad intuire. In questa fase, infatti, i figli avvertono la presenza di qualcosa nell’aria a cui non sanno dare un nome, e tale incertezza potrebbe provocare sentimenti di paura e confusione.

È molto importante che i bambini sappiano tempestivamente e direttamente dai propri genitori, e non da altri, dell’intenzione di separarsi.

All’inizio di ogni separazione i genitori dovrebbero individuare un momento in cui poter parlare con i propri figli, per comunicare la decisione che hanno preso e poterne parlare per tutto il tempo necessario. Si dovrebbe trattare di un dialogo che trasmette loro amore e soprattutto sicurezza.

Concordate anticipatamente come spiegare la propria decisione, per fornire una versione chiara, semplice e sincera relativa alla scelta di separarsi.

Se possibile, cercate di essere entrambi presenti e di comunicare come coppia genitoriale ai vostri figli che intendete separarvi. Evitate di annunciare la decisione in momenti differenti, perché in questo modo i figli non ascolteranno versioni diverse e si sentiranno meno confusi. E’ importante far passare con chiarezza il messaggio per cui quello che sta accadendo non dipende assolutamente da loro, ma riguarda solo mamma e papà come coniugi.

Tenete presente che probabilmente ricorderanno questo discorso per tutta la vita.

Accettate la rabbia e la tristezza e cercate di alleviare le loro paure per il futuro.

Rassicurateli rispetto alla vostra presenza e amore. Promettete solennemente ai vostri figli che continuerete ad amarli come avete fatto finora, e che potranno sempre contare su entrambi: il loro legame con ogni genitore resterà saldo per sempre.

Insieme, davanti ai vostri figli, potreste fare una sorta di promessa solenne, a voi stessi prima ancora che a loro: non vi svaluterete o offenderete reciprocamente in loro presenza e non litigherete per conquistarveli.

Fornite loro informazioni chiare e precise rispetto ai cambiamenti a cui si andrà incontro, in modo da dar loro un senso di programmazione e organizzazione, ma senza fare promesse impossibili. Meglio frasi come: “Non lo sappiamo ancora, lo decideremo più in là!” che promesse che rischiano di essere disilluse.

Infine, cercate di rispondere a tutte le domande che sentiranno di farvi: questo li farà sentire più sereni.

QUANDO NON È POSSIBILE PARLARE AI FIGLI INSIEME

E se per un qualche motivo vi sembra impossibile parlarne congiuntamente?

Magari perché la rabbia, la paura, la delusione e il senso di perdita sono così forti da rendervi impossibile il parlare ai vostri figli assieme all’altro genitore?

In questo caso sarà prima un coniuge e poi l’altro a parlare con i figli, evitando assolutamente di darsi la colpa uno con l’altro.

Scegliete una situazione il più possibile tranquilla e non, ad esempio, il momento in cui i bambini tornano a casa da scuola, già stanchi morti. E ricordate che hanno tutto il diritto di essere tristi, ed anche furiosi: quanto più riescono ad esternare le proprie emozioni, tanto meglio sarà per loro.

Anche dopo questo primo momento, è importante creare altre occasioni di dialogo per poter approfondire e continuare il discorso. Non esagerate con le argomentazioni e le spiegazioni: la cosa più importante è trasmettere ai bambini sicurezza e alleviare le loro paure per il futuro.

È necessario affermare che separarsi non è un destino inevitabile e che ci sono coppie che riescono a fare di meglio.

IL GIUSTO STILE COMUNICATIVO

Se vi state separando, dovreste prestare particolare attenzione alle parole che usate parlando con i vostri figli, per evitare di farli sentire colpevoli o responsabili, anche in modo inconsapevole. Quello, in pratica, che potrebbe accadere pronunciando frasi come: “Adesso basta, non rendere il tutto ancora più difficile!” Oppure: “Ma non ti accorgi che non ce la faccio più?”, “Non avessimo avuto dei bambini, me ne sarei andato via già da tempo!”

In un momento del genere, piuttosto, è importante offrire loro delle conferme positive: “Ti vogliamo bene entrambi, così come sei. Ci dispiace che ora ti stiamo facendo soffrire così tanto. Ci siamo lasciati perché noi non andavamo più d’accordo. Voi figli siete il dono più bello del nostro matrimonio!”

LA VITA DOPO LA SEPARAZIONE

I PRIMI DUE ANNI DOPO LA SEPARAZIONE SONO I PIU’ DIFFICILI PER I FIGLI

Nella maggior parte dei casi i figli si trovano a dover affrontare esperienze difficili da sostenere: l’uscita di casa di un genitore, il momento del trasloco, un cambiamento (in genere un peggioramento) della condizione economica, una ridefinizione degli orari di lavoro, e così via.

I figli si trovano a doversi adattare a questa nuova realtà, spesso difficile da digerire. A questo si aggiunge il fatto che nella separazione uno dei due ex-coniugi, di solito chi viene lasciato, soffre maggiormente, mentre l’altro spesso sembra stare meglio.

I figli devono fare i conti anche con questo: non vogliono certamente privare il papà o la mamma della loro nuova felicità, ma allo stesso tempo provano pena per chi è stato lasciato e sta male. Si tratta di troppe cose da gestire e da affrontare tutte insieme e, a seconda dell’età, i figli reagiscono con evidenti sintomi da stress.

I bambini potrebbero tornare a fare la pipì a letto, avere incubi ricorrenti o paura di stare soli. Potrebbero evidenziare problemi di aggressività, mostrare irrequietezza o chiudersi in se stessi: entrambi i genitori devono dedicare loro moltissima attenzione e comprensione.

In modo particolare, gli adolescenti potrebbero manifestare con comportamenti estremi (abuso di alcol, consumo di droghe, vandalismo, piccoli furti) la sofferenza che non riescono ad esprimere in altre maniere. E potrebbero essere particolarmente esposti al rischio di essere influenzati negativamente da cattive compagnie.

LE REGOLE PIU’ IMPORTANTI NEI PRIMI DUE ANNI DOPO LA SEPARAZIONE

Nel periodo immediatamente prima e subito dopo la separazione è molto importante trasmettere al bambino la sensazione di essere completamente al sicuro. Il bambino deve percepire che entrambi i genitori rappresentano ancora dei sostegni affidabili.

Questo comporta STABILIRE DELLE ROUTINE STABILI, scandire le giornate attraverso REGOLE CHIARE. Soprattutto nel primo periodo dopo la separazione questi rituali devono essere assolutamente affidabili, organizzati in maniera precisa e rispettati dai genitori, perché IL SENSO DI SICUREZZA è la base dei fattori protettivi.

Una delle qualità fondamentali in questo periodo è la disponibilità al dialogo, intesa come condivisione reciproca.

Se avete la sensazione di non riuscire più a gestire la situazione, potreste rivolgervi ad un esperto per un supporto psicologico. Questo soprattutto se nel genitore che è stato lasciato si manifestano sintomi depressivi, che si possono ripercuotere facilmente sui figli.

E’ importante far conoscere i nuovi compagni in modo graduale e con molto tatto. Questo vale anche per i nuovi fratelli.

Per quanto riguarda i figli, entrambi i genitori si trovano sulla stessa barca, proprio nel momento in cui è più difficile avere fiducia reciproca, collaborare e sostenersi a vicenda.  Incolparsi e colpevolizzarsi a vicenda per la situazione sovraccarica i figli in modo per loro insopportabile.

I figli continuano a voler bene a entrambi i genitori (hanno dentro di sé una parte di entrambi) e la svalutazione di un genitore viene vissuta come una svalutazione anche di se stessi.

DOVE VANNO AD ABITARE I FIGLI?

Nel momento immediatamente successivo alla separazione è fondamentale progettare un’organizzazione stabile e affidabile della vita quotidiana dei figli.

Soprattutto all’inizio i figli hanno bisogno di una base sicura, cioè di un punto di riferimento che permetta loro di abituarsi a tutti gli altri cambiamenti.

Anche per la questione della residenza dei figli è importante assicurare continuità e stabilità. Almeno per il primo periodo è preferibile che i figli rimangano nella “loro” casa. Questa casa rappresenta la “base sicura” dalla quale i bambini possono partire per aprirsi al loro “nuovo mondo”, quindi anche alla casa dell’altro genitore.

La questione delle visite è strettamente connessa a quella dell’abitazione. Le visite possono essere regolate in modo diverso a seconda della lontananza dei due genitori e della condizione lavorativa.

Anche in questo caso, la regola fondamentale è quella di garantire ai figli sicurezza e affidabilità.

Nella maggioranza dei casi la regolamentazione delle visite e l’affidamento sono strutturati in modo da prevedere una “casa base” (di solito quella della madre), da cui, preferibilmente una volta in settimana, nei week-end e durante le vacanze, i bambini partono per andare dall’altro genitore. Dal punto di vista psicologico questo modello è assolutamente ragionevole. Soprattutto i più piccoli hanno bisogno di un centro, di un punto di riferimento, dove possano sentirsi protetti e da cui possono partire, con la sicurezza di poterci poi tornare.

Modelli come quello dell’affidamento alternato possono generare, oltre ad una serie di problemi organizzativi, anche molta confusione per il bambino, che si ritrova a vivere, letteralmente, una doppia vita. È facile, in questo modo, perdere il centro attorno al quale poter costruire la propria identità e richiede ai figli un notevole sforzo e un’enorme capacità di adattamento.

LE FAMIGLIE RICOSTITUITE

Il fatto che fare parte di una famiglia separata, divorziata o allargata costituisca una situazione oggi diffusa, non equivale a dire che si tratti di una situazione semplice.

Non bisogna minimizzare le difficoltà che emergono ad uno sguardo più attento. Dietro questo mix variopinto si nascondono rischi, di cui i genitori devono essere consapevoli per tutelare al meglio i bambini.

Le relazioni con nuovi partner vanno costruite con cautela e rispetto per i sentimenti dei figli.

Anche in questa fase i genitori devono mettersi in ascolto e mostrare chiaramente ai figli la loro disponibilità al dialogo.

I figli che vivono in famiglie ricostituite hanno quasi tutto in versione doppia e questo non rende sempre le cose più facili.

Hanno due mamme. La loro mamma biologica, con cui solitamente vivono e un’altra mamma, che viene solitamente chiamata per nome e che assume funzioni materne e di cura quando i bambini sono nella “sua” famiglia, costituita da lei e dal loro padre biologico.

Anche i papà ricorrono in versione doppia: quello biologico, che il bambino normalmente frequenta al di fuori della famiglia ricostituita, e il nuovo compagno della mamma.

Ci sono poi fratelli e fratelli acquisiti, che vivono a volte sotto lo stesso tetto, spesso però in case diverse, formando un’unica famiglia in determinati periodi (ad esempio durante le vacanze).

Molti bambini raccontano tutti orgogliosi dei loro sei nonni e di tutti i regali che ricevono.

Spesso festeggiano due volte il Natale, il compleanno, la Prima Comunione o la Cresima, occasioni in cui magari i loro “vecchi” genitori si riuniscono, lasciando fuori per quel momento la nuova famiglia, alla quale però alla fine fanno ritorno.

I genitori dovrebbero tenere presente che i figli che entrano nella famiglia ricostituita da relazioni precedenti si trovano in una situazione più difficile dei “nuovi” figli in comune (ma questo non vuol dire proteggerli costantemente o privilegiarli rispetto agli altri). I nuovi bambini hanno una mamma e un papà entrambi presenti, mentre agli altri ne manca sempre uno. E’ comprensibile e va accettato che questo possa portare a gelosie, a rinchiudersi in se stessi o ad essere tristi.

Se vi sentite già un po’ frastornati solo nel leggere le possibili variabili in gioco in una famiglia allargata, figuratevi che effetto possono avere queste costellazioni famigliari sui bambini che vivono in quella che, a un primo sguardo, sembra proprio una gran confusione.

Lasciate ai bambini molto tempo per abituarsi alla nuova situazione.

Cercare un’alleanza con i figli contro l’altro genitore è assolutamente deleterio.

Ci sono conseguenza permanenti per i figli?

Per il 10-20 % dei bambini, la separazione e il divorzio possono avere effetti negativi duraturi.

Questi interessano marginalmente, o per nulla, l’ambito cognitivo (hanno quindi ripercussioni limitate rispetto alle prestazioni scolastiche e, più tardi, professionali), mentre riguardano maggiormente la sfera emotiva, in particolar modo nella loro vita sentimentale.

Non esiste alcuna legge di causalità diretta e automatica tra una separazione ed effetti negativi duraturi nei figli. La felicità e l’equilibrio dei figli di separati o divorziati dipendono fortemente dai comportamenti dei genitori dopo la separazione, non dalla separazione.

RUOLO DELLE FAMIGLIE DI ORIGINE

Nel caso di separazioni caratterizzate da un conflitto moderato, in cui i genitori riescono a mantenere un atteggiamento collaborativo, sarebbe importante chiedere alle rispettive famiglie di origine di non anteporre i propri bisogni e desideri (es. rabbia verso l’ex, delusione, rifiuto, ecc.) al diritto dei figli  di avere mamma e papà assieme presenti in particolari occasioni, quali compleanni, recite scolastiche, comunioni, ecc.

Talvolta i genitori, per non alimentare tensioni e malumori, sentono infatti di doversi schierare ed assecondare la propria famiglia d’origine, che ha deciso di allontanare e non voler vedere più l’altro genitore. E’ così che si alimenta la frattura già creata dalla separazione e si amplificano conflitti di lealtà, schieramenti e sensi di colpa nei figli.

L’unica cosa necessaria, invece, è ribadire con tutti la priorità del benessere dei figli al di sopra di qualunque altra cosa.